essere normali quando il corpo parla e cosa ci sta davvero dicendo
25/11/2025 Blog

“Essere Normali: quando il corpo parla, e cosa ci sta davvero dicendo”

Ci sono giorni in cui il corpo sembra avere più voce di noi.
Una tensione che non passa, un mal di testa che torna, una stanchezza che non capiamo… e dentro un pensiero silenzioso: “Ma è normale sentirmi così?”

È una domanda che ricevo spesso, soprattutto dalle donne con cui lavoro ogni giorno.
E la verità è che “normale” non significa universale. Non significa uguale per tutte.
Siamo parte della stessa specie, sì… ma ognuna di noi vive il corpo con una storia diversa, con emozioni diverse, con un modo tutto suo di tenere e lasciare andare.

Per questo ho chiesto a Elena — che da anni ascolta i corpi delle persone prima ancora delle loro parole — di raccontare che cosa significa davvero essere “normali” e perché i sintomi che ci disturbano non sono mai solo sintomi.

Il suo articolo è una immersione nel corpo che parla, nella sua intelligenza, e in quella parte di noi che spesso ignoriamo finché non inizia a bussare più forte.

Qui sotto trovi le sue parole.
Leggile con calma, come se stessi ascoltando una parte di te che forse hai trascurato.

Siamo tutti parte della stessa specie e, come tali, condividiamo una struttura fisica, organica e fisiologica incredibilmente simile. Il nostro scheletro, composto da 206 ossa, ne è l'esempio lampante: le ossa del cranio, della colonna vertebrale, delle costole, delle braccia e delle gambe sono tutte disposte nello stesso modo e svolgono le stesse funzioni fondamentali. Anche le articolazioni, come le ginocchia, i gomiti e le anche, hanno una struttura e una funzione simile in tutti gli individui.

La struttura e la funzione dei nostri organi vitali e dei nostri sistemi fisiologici, come il sistema circolatorio, il sistema respiratorio, il sistema nervoso e il sistema digestivo, funzionano in modo molto simile in tutti gli esseri umani. Il cuore pompa sangue ricco di ossigeno ai tessuti, i polmoni scambiano ossigeno e anidride carbonica, il cervello processa informazioni e coordina le funzioni corporee, e il sistema digestivo scompone il cibo in nutrienti essenziali. Queste funzioni fondamentali sono condivise da tutti gli esseri umani, indipendentemente dalle differenze individuali.

Tuttavia, nonostante questa sorprendente uniformità, ci sono molti fattori che contribuiscono a rendere ogni individuo unico e diverso dagli altri. Le differenze esteriori, come il colore della pelle, la forma degli occhi, la statura e il peso, sono segni evidenti delle nostre peculiarità individuali e diventano caratteristiche importanti per la nostra identità.

Ma è soprattutto l'aspetto emotivo, psicologico e sociale a rendere ogni essere umano profondamente diverso dall'altro. La personalità, il temperamento, l'ambiente in cui cresciamo, le esperienze di vita, le credenze e le convinzioni influenzano il modo in cui percepiamo il mondo, interagiamo con gli altri e affrontiamo le sfide della vita.

Oggi ci chiediamo spesso cosa sia "normale" e cosa no, confrontando il nostro corpo, le nostre idee e i nostri comportamenti con quelli degli altri. Ma il concetto di normalità può essere fuorviante: i corpi umani sono incredibilmente simili eppure diversi tra loro.

I corpi umani sono progettati per funzionare in modo efficiente e adattarsi alle esigenze individuali per questo è fondamentale conoscere e rispettare le proprie inclinazioni naturali, i propri punti di forza e le proprie esigenze per mantenere l'integrità fisiologica e far sì che i processi biochimici dell'organismo continuino a lavorare in maniera sana ed equilibrata.

Quando siamo in sintonia con le nostre attitudini e i nostri valori, il corpo risponde con maggiore equilibrio, riducendo lo stress e favorendo il benessere generale.

Accettare e rispettare le differenze individuali, e restare fedeli a ciò che ci rende unici, è la chiave per mantenere un equilibrio salutare e felice.

Ma cosa accade quando ignoriamo questa verità interiore?

Il corpo spesso ci manda segnali d'allarme.

Prendi il mal di testa, ad esempio: un sintomo molto comune che può essere il riflesso di un disagio più profondo.

Il mal di testa è un disturbo comune e generalmente non grave, che può però creare notevoli disagi nella vita quotidiana.

L’emicrania si è classificata al 3° posto tra le cause di disabilità in uomini e donne con meno di 50 anni.

Se si considerano tutti i tipi, i sottotipi e le varianti meno frequenti, la medicina tradizionale arriva a contare oltre 150 forme di cefalea (mal di testa) che si differenziano per cause e fattori scatenanti, tipo di dolore e sintomi di contorno, modalità di insorgenza, zona o zone del capo in cui si localizza, durata e frequenza degli attacchi.

Di fronte ad alcuni tipi di mal di testa è importante rivolgersi al medico di famiglia per avere indicazioni corrette su come affrontarli in modo sicuro ed efficace.

Che si tratti di cefalea a grappolo oppure tensiva, che il dolore arrivi in sede frontale oppure occipitale, che sia psicogeno, a predisposizione genetica o di matrice ormonale, il mal di testa esprime sempre anche qualcosa di esistenziale e di importante.

Rivela la presenza di un vissuto interiore cui la persona non dà spazio, perché non può, non riesce o non sa che esiste. Un vissuto costituito da un qualcosa di importante che chiede di essere risolto o da una carica che ha assoluto bisogno di essere espressa ma non ci riesce. O che ci riesce male, come quando invece di parlare ed esprimerti liberamente mugugni e non sbotti oppure sbotti con le persone o le parole “sbagliate”.

Anche la scienza ha confermato che il corpo è sede della mente e che i sintomi fisici sono campanelli che richiamano l’attenzione sulle nostre emozioni.

Potremmo quindi dire che ciascun segnale del corpo è di origine psico-emotiva.

Riconoscere e rispettare le nostre unicità, ascoltare i segnali che il corpo ci manda e esprimere i nostri pensieri e sentimenti sono passaggi fondamentali per mantenere un equilibrio salutare e felice sia nel corpo che nella mente che nelle relazioni.

Se quello che hai letto ti ha risuonato anche solo un po’, sappi che il tuo corpo non ti sta “disturbando”: ti sta guidando.
E imparare ad ascoltarlo è un vero atto d’amore verso te stessa.

Ogni venerdì io ed Elena portiamo avanti questo lavoro con serietà, cura e tanta esperienza: aiutiamo le persone a leggere i segnali del corpo, a riconoscere le emozioni che li muovono e a ritrovare un equilibrio che sia davvero loro.

Qui sul mio sito trovi tutti gli approfondimenti già pubblicati e quelli che usciranno nelle prossime settimane, tutti i venerdì sui nostri social.

E se senti che è il momento di un passo in più, puoi scriverci direttamente su WhatsApp: insieme possiamo capire da dove partire, con rispetto dei tuoi tempi e delle tue necessità.

La felicità s’impara facendola, non parlandone.
Santina Bossini – Elena Cherubini

 

 

 

 

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25/11/2025

“Essere Normali: quando il corpo parla, e cosa ci sta davvero dicendo”

25/11/2025

“Essere Normali: quando il corpo parla, e cosa ci sta davvero dicendo”

“Essere Normali: quando il corpo parla, e cosa ci sta davvero dicendo”

Ci sono giorni in cui il corpo sembra avere più voce di noi.
Una tensione che non passa, un mal di testa che torna, una stanchezza che non capiamo… e dentro un pensiero silenzioso: “Ma è normale sentirmi così?”

È una domanda che ricevo spesso, soprattutto dalle donne con cui lavoro ogni giorno.
E la verità è che “normale” non significa universale. Non significa uguale per tutte.
Siamo parte della stessa specie, sì… ma ognuna di noi vive il corpo con una storia diversa, con emozioni diverse, con un modo tutto suo di tenere e lasciare andare.

Per questo ho chiesto a Elena — che da anni ascolta i corpi delle persone prima ancora delle loro parole — di raccontare che cosa significa davvero essere “normali” e perché i sintomi che ci disturbano non sono mai solo sintomi.

Il suo articolo è una immersione nel corpo che parla, nella sua intelligenza, e in quella parte di noi che spesso ignoriamo finché non inizia a bussare più forte.

Qui sotto trovi le sue parole.
Leggile con calma, come se stessi ascoltando una parte di te che forse hai trascurato.

Siamo tutti parte della stessa specie e, come tali, condividiamo una struttura fisica, organica e fisiologica incredibilmente simile. Il nostro scheletro, composto da 206 ossa, ne è l'esempio lampante: le ossa del cranio, della colonna vertebrale, delle costole, delle braccia e delle gambe sono tutte disposte nello stesso modo e svolgono le stesse funzioni fondamentali. Anche le articolazioni, come le ginocchia, i gomiti e le anche, hanno una struttura e una funzione simile in tutti gli individui.

La struttura e la funzione dei nostri organi vitali e dei nostri sistemi fisiologici, come il sistema circolatorio, il sistema respiratorio, il sistema nervoso e il sistema digestivo, funzionano in modo molto simile in tutti gli esseri umani. Il cuore pompa sangue ricco di ossigeno ai tessuti, i polmoni scambiano ossigeno e anidride carbonica, il cervello processa informazioni e coordina le funzioni corporee, e il sistema digestivo scompone il cibo in nutrienti essenziali. Queste funzioni fondamentali sono condivise da tutti gli esseri umani, indipendentemente dalle differenze individuali.

Tuttavia, nonostante questa sorprendente uniformità, ci sono molti fattori che contribuiscono a rendere ogni individuo unico e diverso dagli altri. Le differenze esteriori, come il colore della pelle, la forma degli occhi, la statura e il peso, sono segni evidenti delle nostre peculiarità individuali e diventano caratteristiche importanti per la nostra identità.

Ma è soprattutto l'aspetto emotivo, psicologico e sociale a rendere ogni essere umano profondamente diverso dall'altro. La personalità, il temperamento, l'ambiente in cui cresciamo, le esperienze di vita, le credenze e le convinzioni influenzano il modo in cui percepiamo il mondo, interagiamo con gli altri e affrontiamo le sfide della vita.

Oggi ci chiediamo spesso cosa sia "normale" e cosa no, confrontando il nostro corpo, le nostre idee e i nostri comportamenti con quelli degli altri. Ma il concetto di normalità può essere fuorviante: i corpi umani sono incredibilmente simili eppure diversi tra loro.

I corpi umani sono progettati per funzionare in modo efficiente e adattarsi alle esigenze individuali per questo è fondamentale conoscere e rispettare le proprie inclinazioni naturali, i propri punti di forza e le proprie esigenze per mantenere l'integrità fisiologica e far sì che i processi biochimici dell'organismo continuino a lavorare in maniera sana ed equilibrata.

Quando siamo in sintonia con le nostre attitudini e i nostri valori, il corpo risponde con maggiore equilibrio, riducendo lo stress e favorendo il benessere generale.

Accettare e rispettare le differenze individuali, e restare fedeli a ciò che ci rende unici, è la chiave per mantenere un equilibrio salutare e felice.

Ma cosa accade quando ignoriamo questa verità interiore?

Il corpo spesso ci manda segnali d'allarme.

Prendi il mal di testa, ad esempio: un sintomo molto comune che può essere il riflesso di un disagio più profondo.

Il mal di testa è un disturbo comune e generalmente non grave, che può però creare notevoli disagi nella vita quotidiana.

L’emicrania si è classificata al 3° posto tra le cause di disabilità in uomini e donne con meno di 50 anni.

Se si considerano tutti i tipi, i sottotipi e le varianti meno frequenti, la medicina tradizionale arriva a contare oltre 150 forme di cefalea (mal di testa) che si differenziano per cause e fattori scatenanti, tipo di dolore e sintomi di contorno, modalità di insorgenza, zona o zone del capo in cui si localizza, durata e frequenza degli attacchi.

Di fronte ad alcuni tipi di mal di testa è importante rivolgersi al medico di famiglia per avere indicazioni corrette su come affrontarli in modo sicuro ed efficace.

Che si tratti di cefalea a grappolo oppure tensiva, che il dolore arrivi in sede frontale oppure occipitale, che sia psicogeno, a predisposizione genetica o di matrice ormonale, il mal di testa esprime sempre anche qualcosa di esistenziale e di importante.

Rivela la presenza di un vissuto interiore cui la persona non dà spazio, perché non può, non riesce o non sa che esiste. Un vissuto costituito da un qualcosa di importante che chiede di essere risolto o da una carica che ha assoluto bisogno di essere espressa ma non ci riesce. O che ci riesce male, come quando invece di parlare ed esprimerti liberamente mugugni e non sbotti oppure sbotti con le persone o le parole “sbagliate”.

Anche la scienza ha confermato che il corpo è sede della mente e che i sintomi fisici sono campanelli che richiamano l’attenzione sulle nostre emozioni.

Potremmo quindi dire che ciascun segnale del corpo è di origine psico-emotiva.

Riconoscere e rispettare le nostre unicità, ascoltare i segnali che il corpo ci manda e esprimere i nostri pensieri e sentimenti sono passaggi fondamentali per mantenere un equilibrio salutare e felice sia nel corpo che nella mente che nelle relazioni.

Se quello che hai letto ti ha risuonato anche solo un po’, sappi che il tuo corpo non ti sta “disturbando”: ti sta guidando.
E imparare ad ascoltarlo è un vero atto d’amore verso te stessa.

Ogni venerdì io ed Elena portiamo avanti questo lavoro con serietà, cura e tanta esperienza: aiutiamo le persone a leggere i segnali del corpo, a riconoscere le emozioni che li muovono e a ritrovare un equilibrio che sia davvero loro.

Qui sul mio sito trovi tutti gli approfondimenti già pubblicati e quelli che usciranno nelle prossime settimane, tutti i venerdì sui nostri social.

E se senti che è il momento di un passo in più, puoi scriverci direttamente su WhatsApp: insieme possiamo capire da dove partire, con rispetto dei tuoi tempi e delle tue necessità.

La felicità s’impara facendola, non parlandone.
Santina Bossini – Elena Cherubini

 

 

 

 

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12/11/2025

 IL CORPO PARLA: cosa vuol dire ascoltare i segnali del nostro corpo

12/11/2025

 IL CORPO PARLA: cosa vuol dire ascoltare i segnali del nostro corpo

(Rubrica: Il Corpo Parla – di Elena Cherubini in collaborazione con me)

Vi presento Elena: è una mia cara e stimata collega coach, riflessologa, fisioteraprista ed esperta di medicina cinese. Con la sua professionalità, competenza, e profonda conoscenza del corpo umano e delle emozioni, ci accompagna nella conquista di una consapevolezza concreta, che si fa strumento quotidiano per una vita in salute e felice. 

IL CORPO PARLA: cosa vuol dire ascoltare i segnali del nostro corpo

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplicemente l’assenza di malattia o infermità”.

Una definizione che dovrebbe farci riflettere: non basta che il corpo “funzioni” per dire di stare bene.
La salute non è solo assenza di dolore o di sintomi, ma equilibrio tra corpo, mente e relazioni.

Il nostro corpo ci parla continuamente.
Lo fa con la sua voce antica e precisa: quella dei segnali, delle tensioni, delle stanchezze, dei piccoli dolori, delle emozioni trattenute.
Ogni giorno ci manda messaggi che provano a dirci dove stiamo andando fuori rotta, o dove ci stiamo trascurando.
Il problema è che non ci hanno mai insegnato a capirne la lingua.

Ti sarà capitato, da bambino, di avere mal di pancia prima di andare a scuola.
Ti avranno chiesto: “Quanto cioccolato hai mangiato?”.
Ma, spesso, non era il cioccolato.
Era paura. Bisogno di sicurezza, di protezione, di restare un po’ nel nido caldo della casa.

Il corpo è il nostro primo linguaggio, ma da adulti lo trattiamo come un mezzo: lo forziamo, lo giudichiamo, lo spingiamo sempre “oltre”.
Eppure lui non mente mai: quando parla, è perché ha bisogno di essere ascoltato.

Ascoltare il corpo significa fermarsi, respirare e riconoscere la sua presenza.
Significa accorgersi che siamo vivi e che ogni respiro, ogni battito, è un messaggio di cooperazione tra corpo e mente.
Un piccolo esercizio quotidiano può essere già un inizio:

Concediti 5 minuti al giorno solo per te.
Siediti comoda, o resta in piedi con i piedi ben radicati a terra.
Respira.
Senti l’aria che entra e che esce.
Riconosci il movimento dei muscoli, del diaframma, del petto.

È nel momento in cui riconosci che esisti che il corpo inizia a parlarti.
E se lo ascolti davvero, inizia anche a raccontarti come stai: fisicamente, emotivamente, spiritualmente.

Perché ogni volta che avvertiamo una sofferenza fisica, possiamo essere certi che c’è anche una sofferenza emotiva o mentale che chiede spazio.
C’è una parte di noi — una potenzialità, come direbbe il coaching umanistico — che non stiamo allenando o che stiamo sovraccaricando.

Nel mio lavoro di fisioterapista ho incontrato molte persone che, pur provando dolore, continuavano a ignorare i segnali del corpo.
“Devo finire quel progetto”, “Devo occuparmi dei miei figli”, “Non posso fermarmi ora”.
E così, giorno dopo giorno, la stanchezza diventava abitudine.
Ma trascurarsi è un modo di dimenticare di esistere.

Prendersi cura di sé, invece, significa riconoscere il valore del corpo come alleato e non come strumento.
È attraverso il corpo che viviamo, amiamo, lavoriamo, abbracciamo, creiamo.
È lui che ci porta nel mondo e che ci avvisa quando qualcosa dentro o intorno a noi non è più in equilibrio.

Grazie alla collaborazione con Santina ho imparato che le potenzialità sono 24, 24 risorse che ciascuno di noi possiede per orientare la propria vita in modo consapevole, equilibrato e felice.
Allenarle significa imparare a conoscersi, a capire quali parti di noi stiamo trascurando e come riportare armonia tra corpo, mente e spirito.

Non basta un corpo sano per essere felici.
Non basta una mente lucida.
Non bastano relazioni positive.
Serve equilibrio tra tutte e tre.
Serve presenza.
Serve consapevolezza.

E serve ascolto.
Perché i segnali del corpo hanno sempre un unico scopo: ricordarci come vivere meglio, con più autenticità, salute e felicità.

�� Felici s’Impara, anche imparando a stare in ascolto di sé — con il corpo, con il cuore e con la vita.

Elena Cherubini e Santina Bossini

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01/11/2025

Spezzare il Circolo Vizioso: come uscire dall’autosabotaggio e tornare a scegliere se stessi

01/11/2025

Spezzare il Circolo Vizioso: come uscire dall’autosabotaggio e tornare a scegliere se stessi

Spezzare il Circolo Vizioso: come uscire dall’autosabotaggio e tornare a scegliere se stessi

Quante volte ci è capitato di desiderare un cambiamento e poi, appena si è presentata l’occasione, tirare il freno a mano?
Ci raccontiamo che non è il momento giusto, che dobbiamo ancora capire, che forse non siamo abbastanza preparati.
E intanto la vita resta in attesa, sospesa tra il desiderio di andare avanti e la paura di farlo davvero.

Questo movimento è sottilissimo ma potente.
È l’autosabotaggio: quel meccanismo invisibile che ci tiene fermi, anche quando la mente dice “vai”.
Nasce dalla paura, ma si traveste da prudenza, da razionalità, da buon senso.
Ci illude di proteggerci, mentre in realtà ci allontana da ciò che siamo.

Quando la paura guida, la vita si restringe

La paura del cambiamento è naturale.
Ogni trasformazione ci mette davanti all’ignoto, e l’ignoto fa tremare.
Ma la paura, se non ascoltata, diventa un ostacolo silenzioso.
Ci fa rimanere dove soffriamo, pur di non affrontare la fatica di crescere.

Il punto è che crescere significa anche perdere pezzi di ciò che eravamo.
Significa dire addio a vecchie abitudini, a ruoli che non ci rappresentano più, a modi di pensare che ci hanno accompagnato per anni.
E questo, sì, fa male.
Ma è un dolore che libera, non che imprigiona.
Perché la felicità non arriva quando smettiamo di avere paura, ma quando smettiamo di lasciarci comandare da essa.

L’autosabotaggio ha sempre un intento positivo — e un messaggio spirituale

Nel coaching umanistico impariamo che ogni comportamento, anche quello che ci danneggia, nasce da un intento buono: proteggerci.
Ma nel coaching spirituale andiamo ancora più in profondità: riconosciamo che ogni paura è un portale, un’occasione per tornare a noi.
Finché restiamo sulla soglia, raccontandoci “la storia dell’orso” — quella che inizia sempre con “non posso”, “non è il momento”, “non sono pronta” — restiamo nel racconto, non nella verità.

La verità arriva quando smettiamo di scappare e entriamo nella paura.
La osserviamo, la attraversiamo, le permettiamo di parlarci.
Solo così la paura smette di essere un nemico e diventa una maestra: ci mostra dove c’è vita che vuole espandersi, dove c’è un desiderio che chiede spazio.
E in quel momento, smettiamo di sabotarci e iniziamo a fidarci.

Allenarsi alla fiducia: il DDF e la prova dei fatti

Il cambiamento non è un colpo di fortuna, è un allenamento quotidiano.
Nel mio metodo Felici s’Impara parlo spesso di DDF — Darsi Da Fare.
Non in modo cieco o compulsivo, ma come scelta consapevole di stare nel processo.
Perché la felicità, come ogni competenza, si allena facendo.

C’è una riprova semplice, scientifica e universale: qualsiasi cosa, se vuoi imparare a farla bene, la devi fare e rifare.
Guidare, sciare, scrivere, amare, pensare. Tutto.
La padronanza nasce dal movimento ripetuto, non dal pensiero perfetto.
E quando ripeti, osservi, correggi e riprovi, impari non solo a “fare”, ma ad autogovernarti: a essere tu la guida del processo, non la vittima delle circostanze.

L’azione concreta è il vero antidoto all’autosabotaggio.
Perché quando agiamo, il corpo impara prima della mente.
È così che si costruisce la fiducia: un piccolo passo alla volta, finché la paura smette di essere un muro e diventa una soglia.

La felicità si allena, non si attende

Non arriverà mai il momento perfetto.
Arriverà il momento in cui deciderai che va bene così: con le tue paure, le tue incertezze, i tuoi limiti.
E da lì inizierai a muoverti.
Non per cambiare tutto, ma per vivere meglio dentro ciò che sei.

L’autosabotaggio si dissolve quando scegliamo di darsi da fare, anche imperfettamente.
Quando l’amore per la vita diventa più forte della paura di perderla.
Quando iniziamo a ricordarci che la felicità non è un punto di arrivo, ma un modo di camminare.

E se vuoi un campanello d’allarme per capire quando ti stai fermando, ascolta queste parole:

“Sono fatta così.”

Ogni volta che le pronunci, fermati e chiediti — così come?
Scrivilo. Nero su bianco.
Perché verba volant, scripta manent (le parole volano, gli scritti rimangono).
Scrivendo, ti accorgerai che “così come” non è una condanna, ma un punto di partenza.
Puoi imparare, puoi cambiare, puoi crescere.
Felici s’impara, sempre. Strada facendo.

�� Allenamento per te – esercizio di consapevolezza

Prenditi dieci minuti e scrivi, senza filtri:

Una situazione in cui ti dici spesso “sono fatta così”.

Cosa temi davvero che possa accadere se cambi.

Un piccolo gesto concreto (anche minimo) che puoi fare oggi per darti da fare in quella direzione.

Non serve la perfezione. Serve iniziare.
Ricorda: la felicità è un muscolo, non un colpo di fortuna.

�� Felici s’impara, strada facendo.
Io sono Santina Bossini, life coach umanista, family coach Montessori e allenatrice di felicità.
Accompagno persone, donne e famiglie a ritrovare equilibrio, fiducia e libertà interiore attraverso il mio metodo Felici s’Impara, che integra il coaching umanistico, il pensiero Montessori e la spiritualità concreta del fare.

 

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20/08/2025

Bellezza naturale? Con 27 filtri e zero libertà. Dai, diciamocelo.

20/08/2025

Bellezza naturale? Con 27 filtri e zero libertà. Dai, diciamocelo.

Bellezza naturale? Con 27 filtri e zero libertà. Dai, diciamocelo.

Da quando ho iniziato a collaborare con le colleghe Elisa ed Elena nel progetto Glowup.ClubRosa, il mio sguardo sulla bellezza e sul potere femminile sta cambiando profondamente. Sta diventando uno sguardo più curioso, appassionato, attento. Un ambito che prima sentivo lontano ora mi parla, mi coinvolge e mi richiama a nuove responsabilità: quelle di accogliere le donne non solo nelle loro fragilità, ma anche nei loro desideri di bellezza, di cura, di luce. Per questo sto dedicando studio, ascolto e ricerca, affinché ciò che offriamo con il nostro lavoro sia davvero una risposta viva e concreta alle esigenze che emergono dai loro racconti. Perché la bellezza, se vista con occhi nuovi, può essere un ponte verso l'autenticità, la consapevolezza e il potere personale.

Quando parliamo di bellezza femminile, parliamo di qualcosa che tocca corde profonde: il sentirsi bene con se stesse, il piacersi, l'essere autentiche senza paura del giudizio. Ma quante volte, dietro alla parola bellezza, troviamo invece giudizi, pressioni e contraddizioni?

"Sentirsi belle" è spesso visto come un segno di vanità superficiale, qualcosa che le donne devono giustificare, come se il desiderio di star bene nel proprio corpo fosse una colpa. Dall'altro lato, la società ci impone modelli di bellezza "naturale" che in realtà naturale non è per niente: nella nostra epoca dominata dai social, dai filtri fotografici e dai ritocchi digitali, l'idea di una bellezza spontanea è diventata spesso solo un'illusione costruita con cura. Questa apparente naturalezza, infatti, richiede grandi sforzi dietro le quinte e una rigida autodisciplina, creando così aspettative irrealistiche e pressioni costanti. Così, molte donne restano intrappolate tra ciò che vogliono essere realmente e un ideale virtuale irraggiungibile, vivendo con senso di inadeguatezza e frustrazione."

Ma che succederebbe se scegliessimo un'altra strada, quella del cambiamento autentico e libero, basato sui nostri punti di forza? che non emergono automaticamente, ma richiedono un vero e proprio allenamento per essere ricordati, riconosciuti e scoperti, dato che siamo culturalmente abituate a concentrarci solo su ciò che non va, sugli aspetti negativi e sui difetti percepiti. Se ci pensi fin da bambine, ci viene insegnato a passare sempre e solo da una porta: quella dei voti, delle valutazioni, del "quanto vali" misurato con un numero. Tutto il resto – la creatività, la gentilezza, la perseveranza, l'empatia – resta spesso invisibile, come se non avesse valore. Così impariamo a identificarci solo con i nostri limiti, dimenticando i nostri talenti. Imparare a vedere e valorizzare ciò che funziona in noi diventa allora una pratica rivoluzionaria e quotidiana, capace di restituirci autostima, fiducia e un reale senso di benessere. È una vera e propria rivoluzione del tuo pensiero.

La risposta può arrivare dal Metodo Montessori per adulti, come ci insegna il progetto MOMA (Montessori Method for Orienting and Motivating Adults). Ma non solo: un altro pilastro fondamentale di questo percorso trasformativo è il coaching umanistico. Che come il metodo Montessori ha la sua visione centrata sulla persona e sul potenziale umano, anche il coaching umanistico cambia radicalmente lo sguardo, aiutandoci a vedere ciò che spesso non vediamo più: la nostra forza, il nostro valore, il nostro desiderio autentico di fiorire. È un approccio che non punta a "riparare" ma a far emergere, a riconoscere quello che già c'è, a riportare alla nostra consapevolezza quello che crediamo di non avere nemmeno.

Insieme, il Metodo Montessori per adulti e il coaching umanistico formano due colonne portanti: una struttura solida su cui puoi davvero costruire il castello di te stessa, fatto di autenticità, libertà e bellezza consapevole.

Ecco come puoi iniziare oggi stesso:

La Mente Assorbente: Risvegliati alla Tua Unicità
La mente assorbente ci invita a esplorare attivamente il mondo con tutti i sensi, scoprendo ciò che davvero risuona con noi. Non limitarti ad assorbire passivamente standard imposti, ma ascolta ciò che il tuo corpo e la tua mente ti dicono. Ricorda: essere diverse non significa essere sbagliate. La bellezza autentica parte proprio da qui: dalla scoperta di ciò che ti fa sentire bene profondamente, e non solo in superficie.

Ambiente Preparato: Il "Noi" come Potere
Un ambiente preparato per adulti, come il nostro "Spazio del Noi", ti permette di aprirti e raccontarti senza giudizio. È un luogo dove puoi sentirti vista e ascoltata davvero. Quando ci sentiamo accolte e comprese, ritroviamo equilibrio e fiducia, ingredienti fondamentali per un cambiamento concreto e duraturo.

Ma non esiste ambiente esterno che possa sostenerci davvero se prima non impariamo a coltivare l'ambiente interno: quello spazio interiore fatto di pensieri, emozioni, memoria e desideri. Il nostro mondo esterno è spesso uno specchio di ciò che ci portiamo dentro. Per questo è importante prendersene cura, allenandosi ogni giorno a portare ordine, presenza, gentilezza e verità nei nostri pensieri. Un ambiente interno armonioso rende possibile anche la fioritura delle relazioni e del cambiamento.

Indipendenza e Autonomia: Allenati al Tuo Potere Personale

Il Metodo Montessori insegna che l'indipendenza è libertà di scelta. E mi piace ricordare sempre che libertà non è fare quello che voglio, ma volere quello che faccio. È una disciplina dell’anima, conquistata giorno dopo giorno, e mai imposta dall’esterno. Nasce dalla nostra autenticità più profonda.

Imparare a scegliere per te stessa significa smettere di vivere per piacere agli altri, o per conformarti a modelli imposti. Significa allenarti a riconoscere ciò che ti muove davvero, ciò che ti accende, ciò che ti fa bene. Ogni scelta che rispetta la tua verità interiore ti avvicina al tuo potere personale e a un benessere che ha radici vere.

Ma questa libertà non è scontata. Richiede esercizio, domande, presenza. Certo, dobbiamo anche vivere, lavorare, pagare le bollette… ma proprio per questo è fondamentale chiederci spesso: "A quale scopo faccio questo? Perché dico quello? Cosa mi guida quando penso così?". È questo il cuore dell’autonomia: scegliere ogni giorno da che parte stare, anche quando il mondo va in un’altra direzione.

E questo cuore batte davvero solo quando ciò che facciamo ha senso e piacere per noi. Quando c'è corrispondenza tra ciò che sentiamo e ciò che viviamo. Il piacere – quello profondo, pieno, vitale – è il segnale che stiamo andando verso la nostra verità. Coltivarlo non è un capriccio: è un atto politico e spirituale insieme. È scegliere di fiorire.

Osservazione: Trasforma la Tua Storia in Forza
Osservarti senza giudizio significa accogliere tutto ciò che ti abita, anche le parti dolorose della tua storia. Non per trasformarlo in qualcos’altro, ma per riconoscerlo, vederlo, farci pace. Non è una trasformazione, è una comprensione. È riconoscere quello che hai e chi sei attraverso quello che senti.

Da questa consapevolezza nasce un’educazione emotiva profonda: imparare a conoscere le emozioni ci permette di coltivare i sentimenti, di dare significato a ciò che viviamo, di arricchire la nostra coscienza. Tutto parte dall’osservazione: solo se impariamo ad osservarci possiamo accorgerci di ciò che ci abita davvero. E allora riconoscere, senza giudicare, diventa il primo passo per ritrovare il centro.

Ed è proprio qui che si inserisce anche il potere delle parole: le parole che conosciamo, che usiamo, che scegliamo. Perché saper nominare qualcosa cambia il modo in cui la viviamo. Lo dico sempre: quando lo sai, lo sai. E non puoi più fare finta di niente. La lettura, lo studio, la riflessione diventano allora strumenti potenti per imparare ad abitare davvero la nostra vita interiore, con chiarezza, profondità e presenza.

Sperimentazione: Agisci e Cambia Davvero
Non limitarti alla teoria: agisci concretamente. Metti in pratica nuove esperienze, prova cose che non hai mai fatto. Questo approccio esperienziale rende il cambiamento tangibile, visibile, motivante, perché vissuto nel corpo, nei gesti, nella quotidianità.

Pensa ai bambini: quando imparano qualcosa di nuovo non lo fanno per raggiungere un risultato, ma per il puro piacere del fare. Si immergono totalmente nell’esperienza, vivono il flow, quello stato di presenza piena in cui tutto scorre e la mente tace e apprende insieme al corpo. È in quello spazio che nasce il cambiamento vero: non dalla performance, ma dalla presenza.

E poi c'è il Signor Errore – come lo chiamava Maria Montessori. Non un nemico da evitare, ma un alleato da osservare. Ancora l'osservazione. L’errore, quando riusciamo ad accoglierlo, diventa maestro e non giudice. In questo modo, anche ciò che sembra “sbagliato” diventa parte del nostro processo, e ci insegna qualcosa di nuovo su di noi. Un vero cambio di paradigma: smettere di correggere per iniziare a comprendere.

La bellezza autentica non è uno stato statico da raggiungere, ma un allenamento quotidiano, un modo attivo e consapevole di abitare la tua vita. È un viaggio interiore che assomiglia al lavoro dello scultore: ogni gesto, ogni scelta, ogni parola scolpisce la materia grezza dell’esistenza, portando alla luce la forma che da sempre esisteva sotto la superficie.

Ricorda che la felicità e la bellezza, sì, s’imparano giorno dopo giorno. E proprio questo costante allenamento diventa la chiave di accesso al tuo empowerment: un percorso che ti restituisce potere, che ti insegna a scegliere, a esprimerti, a occupare con coraggio e presenza il tuo posto nel mondo.

Il potere femminile nasce anche da qui: dal riconoscere che ogni giorno puoi decidere di essere la protagonista della tua storia, non per apparire, ma per incarnare. Non per aderire a un ideale esterno, ma per manifestare la tua bellezza profonda, viva, imperfetta e meravigliosamente vera.

Io sono qui per accompagnarti passo passo in questo viaggio meraviglioso verso una vita autentica e pienamente vissuta.

Sempre immensamente grata, la Santy
 

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